Atteso da tempo questo nuovo lavoro di Bertoni e Vitali fa seguito al precedente “L’età neoclassica a Faenza dalla rivoluzione giacobina al periodo napoleonico” e documenta il diffondersi della cultura neoclassica nei dintorni della città con ville che le grandi famiglie e la borghesia più agiata eressero, in fitta successione, nel lungo periodo che va dalla fine del Settecento al 1870.
In queste architetture di campagna convivono aspetti culturali, simbolici, anche di impegno civile e di affermazione di prestigio, con le più tradizionali funzioni di soggiorno, di riposo e di conduzione di un territorio agricolo. Il protrarsi fino agli anni postunitari di una sensibilità tesa ad affermare il primato dell’antico e di valori, ritenuti eterni, di armonia e di calcolato e misurato equilibrio ha connotato, in maniera diffusa e ancor oggi notabile per quantità e qualità delle realizzazioni, il territorio di una città non a caso definita, almeno per tutto l’Ottocento, l’Atene della Romagna.
Un legame perfetto univa queste architetture – da quelle di Giuseppe Pistocchi e di Giovanni Antonio Antolini a quelle di Pietro Tomba e Antonio Zannoni- con parchi, purtroppo in gran parte perduti, dove un nuovo sentimento della natura mutuato da esempi anglosassoni e dai disegni di Felice Giani, apre progressivamente all’estetica del pittoresco tramandata dalle vedute di Romolo Liverani. Una lunga e significativa vicenda che ha i suoi caratteri precipui nell’intrecciarsi di memoria e carica ideologica, di sensibilità e ragione, di grazia e sublime, di antichità e presente.
Sabato 21 settembre 2019 ore 10.30
Museo dell'Età Neoclassica in Romagna, Via Tonducci 15, Faenza
Interverranno: Enrica Domenicali, responsabile del Museo, Roberto Balzani, Presidente IBC e gli autori del volume.